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114 | capo terzo |
ravano intorno quasi in forma di balaustrata, ma con dar poco lume secondo l’uso antico, onde fu fatta posteriormente la rotonda fenestra sopra la porta. Non vi era che un altar solo, come nelle Chiese tutte avanti il secolo decimoterzo. La mensa dell’altare è d’un pezzo di marmo nostrale lungo piedi 13, largo 6: il tabernacolo è adorno di rare pietre. A man destra è sepolto in cassa di marmo il Cardinale Adelardo nostro famoso Vescovo, morto intorno al 1210. Conservasi da questa Chiesa una Croce Stazionale, com’altra n’è al Crocifisso ed altra a Sant’Anastasia. Così chiamavansi quelle ch’erano più grandi e più sontuose e ornate dell’altre, e si portavano in processione e per le stazioni. Calando per nobili scale nel sotterraneo, sostenuto da colonne, si vedrà la grand’Arca di marmo in cui son le reliquie del nostro Santo. Carta originale dell’anno 876 fa menzione del suo corpo, che in questo Monasterio sepolto riposa.
Entrando nel prossimo chiostro si vede a destra il sepolcro d’Ubertino Scaligero Prior del Monastero. Ravvisasi tosto l’antico delle colonnette, e del luogo da lavarsi per li Monaci. Vi si troverà un’iscrizione in versi dell’Abate Alberigo, che fece fare la sepoltura pe’ suoi Monaci; l’istesso che nel 1045 principiò il campanile. Altra lapida del 1123 fa memoria del chiostro ristaurato, e d’altre cose fatte da Gaudio (forse Gaudioso), che pare fosse Abate. Dietro un cortiletto vedesi nel muro pietra del 1212, con memoria in sette distici di varie opere fatte da Riprando Abate. Altra senza