recipiente ottangolo di marmo nostrale in circonferenza di piedi 28, che son palmi Romani architettonici 42, tutto d’un pezzo: in mezo ad esso è altro piccol recipiente a quattro nicchi rotondi. Le otto facce son lavorate a rilevo molto operosamente, e di non disprezzabil maniera. Su gli angoli tramezano separando colonne canalate, ma sempre variamente, con linee e figure diverse: i capitelli e le mensole che giran sopra dintorno danno qualche saggio d’architettura, e son pur tutte d’opera diversa. Il primo quadro ha la Vergine annunziata in piedi, levata da sedere col lavoro in mano e nimbo alla testa lavorato: l’Angelo ha giglio in mano e nimbo liscio: donne a due portiere in alto di maraviglia. Il secondo quadro ha la Visitazione, indi la Natività; culla e animali con S. Giuseppe a sedere; Vergine a letto, e bambino che vien lavato; il qual modo di rappresentar la nascita del Signore in più monumenti si vede, e venne da libri apocrifi, come tocca S. Girolamo contra Elvidio. Nel terzo l’Angelo dà l’avviso a Pastori, un de’ quali tien flauto doppio. Il quarto mostra la venuta de’ Magi, tutti e tre senza corona, non avendo preso piede l’opinione che fossero Re. In moneta Greca attribuita dal Cangio a Giovanni Zimisca, che morì nel 975 hanno berette Frigie in capo: i nostri le hanno tonde, e son vestiti più alla Romana o Italiana de’ mezani secoli, che all’Asiatica. Nel quinto Erode in trono dà l’ordine a’ soldati d’uccidere i bambini: un di essi lui la spada appesa dinanzi, come in monumenti Romani si osserva. Nel