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antichità cristiane 103

e di Clemente Alessandrino. Bizarre son le figure lavorate a basso rilevo in dura pietra da i lati, perchè le più grandi rappresentano due Paladini di Carlo magno; Orlando, che si riconosce dal nome scolpito della sua spada (Durindarda, non Durlindana), e Oliviero, che suole accompagnarsi con lui (V. Tav. II, n. 3). Questi in vece di spada tiene una mazza ferrata con catena, in fondo alla quale non è veramente un pomo granato, com’altri ha scritto, ma palla di ferro piena di punte, da che impariamo la forma di quest’arme: quegli ha scudo cuneato, ed è vestito di maglia, della quale è coperta anche la sinistra gamba, ma non la dritta. Mirabil cosa è, come la stessissima armatura descriva Livio (lib. 9) negli antichi Sanniti: scudo acuto in fondo, spugna per difendere il corpo, e armata di gambiera la gamba sinistra (sinistrum crus ocrea tectum)1. Col nome di spongia usato quivi dall’Istorico, e non ancora spiegato, nè registrato in questo senso, ho per certo, non altro significarsi che maglia per la similitudine di spugna, che i cerchielli concatenati vengono a rappresentare: l’osservar questo marmo me n’ha risvegliata la congettura. Le figure d’Orlando e d’Oliviero dovean essere anche alla Chiesa di Sant’Apostolo in Firenze, per lo che fu poi chi credette essere stata consecrata dall’Arcivescovo Turpino con la presenza di que’ due Paladini, come si legge nel Vasari (Proem. p. 78).

  1. V. Orsino Familiae, ec., p. 268. — Cosi i Pelasgi, ec. — Veget. l. 1: ocreas in dextris tantum cruribus.