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prora, e S. Pietro che siede in poppa, e sia reggendo il timone. Quel monumento parla più d’un libro.


S. Pietro in Castello.


Questa Chiesa lu detta da Liutprando di prezioso lavoro (l. 2, c. 11: pretiosi operis). La nomina nella sua Storia, per essere in essa stato preso da’ soldati di Berengario l’Imperador Lodovico terzo, come si è detto innanzi. I guastamenti fattivi non lasciano più riconoscere nè l’antichità del Tempio, nè la preziosità del lavoro da Liutprando commendata. Delle navate la meridionale è larga quindici piedi e mezo, la settentrionale cresce di dieciotto. Osservasi tale inegualità in più Chiese antiche, di che veggasi Monsignor Ciampini (cap. 2), ove tratta de’ Mosaici antichi. Dice Amalario (l. 3, c. 2) che nella parte settentrionale stavan le donne, e conferma l’Ordine Romano, che stessero gli uomini nella meridionale, onde parrebbe assegnato alle donne spazio maggiore; ma forse non in ogni paese era l’uso istesso, perchè in altre si trova all’incontro più larga la meridionale. Osservinsi in questa Chiesa due rare iscrizioni sopra lastre di marmo Greco, poste già alle sepolture di due santi Vescovi, e veggasi quanto se n’è detto nell’Istoria. Le cassette di marmo, ch’or vi son sopra, fur poste modernamente. Non ha gran tempo, che sopra un’arca antica di pietra fuor della Chiesa fu scritto giacervi sepolto il Re Berengario: chi vorrà crederlo, farà con pia-