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libro secondo 69

tà: sì perchè d’un così grave e pesato Autore non si può credere che scrivesse condotta una strada ad Aquileia, quando Aquileia non c’era; e sì perchè ripugna questo errore al contesto suo. Descrive questa via Strabone (lib. 5: παρὰ τὰς ῥίζας τῶν Ἀλπεῶν ἐγκυκλούμενος τὰ ἔλη), e dice che da Rimini andava a Bologna, e di là (com’or si legge) fino ad Aquileia, lungo le radici dell’Alpi, rigirando intorno alle paludi. Qual Alpi, o quai montagne trova mai chi va da Bologna in Aquileia? e che paludi incontra, intorno alle quali rigirar debba? Ma per passare da Bologna a Piacenza, lungo i monti Apennini si marchia non poco spazio; e ben si sa che ad ogni alto giogo di monti nome d’Alpe fu dato talvolta: indi intorno alle paludi adiacenti al Po era forza rigirarsi allora, perchè gran tratto di paese occupavano nel Parmigiano e nel Piacentino, come dal medesimo Strabone s’impara, ed impedivano però di portarsi dirittamente a Piacenza. Manifesto è dunque che Piacenza scrisse il Geografo; e però pochi versi prima della distanza fra Rimini e Piacenza fece due volte menzione. Quelle paludi sono le istesse asciugate poi gran tempo dopo da Emilio Scauro con aprir canali navigabili, in cui l’acque scorrendo si raccogliessero. Che Piacenza scrivesse Strabone, e che da Piacenza a Rimini procedesse la via Emilia di Lepido, si dimostra ancora dall’Emilia provincia, la quale da quella strada poi prese il nome, e i due termini della quale furono appunto Rimini e Piacenza.

Convenevol cosa è, prima di passar oltre nel-