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58 | dell’istoria di verona |
non pertanto degl’Insubri e de’ Cenomani il vittorioso Console trionfato (Liv. lib. 33: de Insubribus Cenomanisque). Con questa vittoria rimasero finalmente i sudetti popoli sottomessi. De’ Cenomani però in avvenire non si trova più nell’Istoria nè pure il nome, se non pochi anni dopo, allorchè avendo il Pretor della Gallia senza giusto motivo tolte loro l’armi, querelandosene a Roma in Senato, le riebbero, e fu in pena richiamato dal governo il Pretore.
Or veggiam de’ Veneti, quali, mirabil cosa è, che quando e come venissero alla divozion de’ Romani, nè in verun Istorico si legga, nè alcun finora si sia dato pensiero d’investigare. Questi ancora, e Verona con essi, ne’ medesimi quattro anni che precedettero alla seconda guerra Punica, noi crediam che passassero sotto Romani. C’inclina a così credere l’osservare nell’Epitome Liviana (l. 20) come dopo sottomessi i Galli, e avanti la venuta d’Annibale, furon debellati gl’Istri, situati di là da’ Veneti: benchè per verità sia credibile fossero questi assaliti per mare, riferendo Eutropio (l. 3) che aveano infestate a modo di corsari le navi frumentarie de’ Romani. Ci muove ancora più il vedere in Silio Italico (lib. 8) annoverata la Venezia insieme con l’altre parti d’Italia sottoposte a’ Romani, che contribuiron gente avanti la battaglia di Canne; e molto più il non veder parola in Tito Livio d’un così grande e così importante aumento di Stato; la qual cosa dimostra, secondo noi, ch’egli avea ciò riferito ne’ libri smarriti, dove le cose si narravano alla seconda guerra Punica antece-