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54 | dell'istoria di verona |
non intende qui Livio fossero i Padovani solamente, ma generalmente i Veneti; quindi è che col general nome di Veneti chiamò in quell’istesso luogo coloro che si opposero a’ Greci fuggitivi (Graecis Veneti obsistunt). È dunque patente che vicini o contermini chiama Livio (lib. 10: accolas Gallos) i Galli alla Venezia, non a Padova, appunto come poco dopo con l’istesso vocabolo contermini gli chiama all’Etruria, e, come significa altrove, che il regno d’Eumene era confinante con quel d’Antioco (lib. 35: regem accolam).
Scacciati finalmente del tutto i Senoni, e sconfitti i Boj da’ Romani, stettero cheti i Galli per quarantacinqu’anni: dopo i quali confederati i due Popoli più potenti (Pol. 2: τὰ μέγιστα τῶν ἐθνῶν), Boj ed Insubri, chiamarono in aiuto i Gessati di là dall’Alpi, e unita al Po una grand’armata, marchiarono nell’anno di Roma Varroniano 529 verso la Toscana e verso Roma. I Veneti anche in quest’occasione tennero co’ Romani, ricevuta da Roma una legazione, talchè posero insieme venti mila uomini per entrar nel paese de’ Boj, e richiamar come l’altra volta i Galli a difendere il proprio. Uniti a’ Veneti furono in quest’incontro i Cenomani, quali come prossimi alla Venezia e più deboli, per non restare esposti, si congiunsero co’ Veneti contra i lor nazionali. Ma ottenuta dal console Lucio Emilio una insigne vittoria in Toscana, e trucidati i nemici e dispersi, venne in animo a’ Romani di domare interamente i Galli cisalpini, e spedirono contra Boj ed Insubri ambedue i Consoli. Passa-