pidoglio donde scacciati, fecero lega con Dionigi Re di Sicilia, ch’era allora con esercito nella Magna Grecia. Ora nel far menzione di quest’avvenimento, Giustino (lib. 20) tre versi aggiunse, che mischiano insieme i fatti di dugent’anni, e impastando insieme la prima calata de’ Galli, quella di Belloveso, l’altra di Elitovio e l’ultima di Brenno, attribuiscono a’ Senoni ciò che avean fatto gl’Insubri ed i Cenomani, e di più anche i Veneti e i Reti; poichè narrata la legazione a Dionigi di coloro che avean poco prima incendiata Roma, da que’ Galli (IIS autem Gallis) disse essere state edificate Milano, Como, Brescia, Bergamo, Verona, Trento e Vicenza. Fatale oltre ogni credere all’Istoria di queste nostre città fu quel passo; poichè essendo Giustino autor più degli altri alle mani ne’ bassi tempi, ed anche nel primo rinascere de’ buoni studj, ed essendo non so come entrato a tutti maravigliosamente in grazia il nome di Brenno, e Storici e Poeti non altro risonarono per dugent’anni. Ci fu chi perfin ne trasse Verona essersi avanti chiamata Brennona. Così di Brescia il primo de’ suoi Storici, cioè Giacopo Malvezzi, asserì che fu edificata da’ Galli Senoni e dal Re Brenno (Rer. Ital. tom. 14: Galli Senones Brixianam civitatem formaverunt, nam Rex Brennus, ec.). Per far creder costoro che tutt’altra strada tennero, venuti a queste parti, si accoppiò un errore in Livio, simile appunto al poc’anzi avvertito; poichè dov’egli senza dubbio scrisse che tennero i Senoni usque ad Aesim, le stampe anteriori