Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/75


libro primo 45

Levi e de’ Boj, e ch’ove tratta di questo parti confonde tutto (Cell. l. 2, c.9: Cenomanis tribuit quae sunt Euganeorum, Rhaetorum, ec.)? Scusabile in così vasto assunto fu forse uno Scrittore Egiziano di molti sbagli; ma scusabile non ci parrebbe chi volesse anteporre la sua autorità a quella di Plinio; ove dell’istoria e della situazion di Verona si tratti, siccome bizzarro converrebbe dire chi anteponesse quella di Plinio alla sua, ove d’Alessandria o di Pelusio fosse quistione. Noi per altro abbiam per certissimo che non di Tolomeo, ma de’ trascrittori, e de’ confusi e trasposti esemplari molti e molti sian degli errori che nella sua Geografia si veggono. Chi potrebbe attribuire a un tant’uomo tutte le pazzie che nell’istessa pagina, ove mette tra Cenomani Verona, si osservano? Vi si legge che il Po ha suo principio presso il lago di Como; che la Dora del Piemonte l’ha presso il lago Penino, e che piega verso quel di Garda. Dopo le foci del Po si pongono quelle dell’Atriano; col qual nuovo nome se s’intende il Tartaro che passava per Adria, mal vien dimenticato l’Adige, fiume tanto maggiore; e se s’intende l’Adige, erroneamente gli si dà tal denominazione. Si registran quivi tra le mediterranee de’ Carni Aquileia e Concordia, e de’ Veneti Altino ed Adria, città che quasi bagnavano il piè nel mare. Dopo Cenomani a occidente della Venezia si pongono i Becuni, inaudito nome, del quale non si è mai trovato riscontro alcuno: o Camuni si dovea scrivere, o Breuni, che restavano a occidente della Venezia; e tanto