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libro primo 43

emendare in Concordia, Opitergio, cioè Oderzo, Vicetia cioè Vicenza, ed Insubri? La Novella undecima di Giustiniano parla a lungo della città di Firmo, dove ognun sa che doveasi scriver Sirmio. In Aurelio Vittore, benchè dato fuori con tanto merito dal P. Scotto, leggesi che fu vinto Ottone Veronensi praelio: senz’altro ricercar codici, chi potrà negare doversi legger Cremonensi? poichè sappiam da Dione che quel fatto d’armi seguì presso Cremona, e sappiam da Tacito che seguì a Bedriaco, il qual luogo poco lungi essere stato da Cremona insegna Plutarco. Leggesi in Zosimo (lib. 5: καὶ ἐπὶ ταύτῃ κρεμώνᾳ) che Alarico marchiando in fretta a Roma con l’armata, parte d’Aquileia, e per indirizzarsi verso il Bolognese ed a Rimini, passa a Concordia, indi in Altino, e dopo Altino a Cremona. Che salto è cotesto? e qual via per Rimini? chi non vede doversi legger Verona? dove si passava l’Adige, indi il Po ad Ostiglia, prendendo sì alto per isfuggire le molte e grosse fiumane che sarebbe convenuto valicate tenendo più vicino al mare. Altre simili emendazioni accaderanno nel decorso di quest’Istoria, per le quali agio non abbiamo avuto di consultar manuscritti; ma son sì necessarie e patenti, che la ragione supera in esse ogni autorità. E qual maraviglia che scorresse un così fatto errore ne’ testi di Livio? Non sappiam noi dal Sigonio quanto deformi ei ne trovasse i manuscritti e le stampe, quando prese a emendarlo, singolarmente ne’ nomi delle città e de’ luoghi (v. Epist. nuncnp.)? Il periodo appunto, del qual si trat-