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condizioni, e le vicende ne’ secoli de’ Romani e poi de’ Goti e de’ Longobardi accadute venirvi rappresentando. In questo modo anche il nascimento di questa invitta Dominante e le prime età di questo incomparabil governo son venute a cadere nel mio argomento: con qual mia gioja non saprei esprimerlo; imperciocchè certa cosa è che non potrebbe mai con tutti i suoi sforzi l’arte oratoria tanto coronar di lode questa Republica, quanto, senza aver tal mira, forza è che venga a farlo la pura Istoria; e che non saprebbe acuto ingegno recarle con rettorici elogi sì grand’onore, quanto il nudo e semplice racconto del suo principio e delle sue gesta le può produrre. Mi è convenuto adunque far conoscere col testimonio de’ Romani Scrittori e de’ Greci, come le colonie delle città Venete erano illustri sopra tutte l’altre, e di nobiltà Romana distintamente ripiene; e come dal fior di esse, concorso a rifugiarsi in questi fortunati riposi del mare, nuova città e nuovo governo si vennero dipoi in breve tempo a comporre. E la città però e la popolazione da’ Romani fondata e di Romani composta anche uniforme principio con Roma ebbero e co’ Romani, perchè nate parimente da gente in luogo di ricovero adunata, e in sito di sicuro asilo raccolta. Ma vaglia il vero, quanto più nobile, quanto più pura e riguardevole e chiara fu mai la Veneta origine della Romana? imperciocchè l’asilo, cui per far moltitudine aperse Romolo, chiamò, come per gli Storici è noto, da piccioli luoghi de’ circostanti