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288 dell’istoria di verona

ne’ Luoghi Santi, e in Pannonia; ma di questo nè si ha fondamento, nè sarebbe ciò stato conveniente alla sua vecchiaia, nò all’uffizio suo di Pastore, e tanto meno in tempi così bisognosi d’assistenza. Non dovea però da questo lasciarsi indurre il Tillemont a riguardar ili poco buon occhio i nostri Atti; e nè pure dall’essersi Procolo dichiarato da se Cristiano, e volontariamente fatto prendere, il che non era veramente nè di precetto nè d’uso, ma operava molle volte nell’anime sante straordinario spirito e speziale impulso. Non è parimente incredibil punto, nò senza esempio, che un giudice non volesse far inquisizione sopra uomo non accusato, e credendolo o mostrando ili crederlo rimbambito per la vecchiezza, da se il cacciasse. Ben improbabil sarebbe tal fatto, se l’Imperadore fosse stato presente, o se ad Anolino fosse stalo noto che Procolo era Vescovo, come il soprannominato dottissimo Autore obietta; ma di tutto ciò niun cenno si trova negli Alli. Nel sotterraneo della chiesa di S. Procolo conservasi tuttora antica lapida di marmo Greco, da cui il suo corpo, insieme con reliquie de’ santi Martiri Cosmo e Damiano e di S. Martino, assai tempo dopo sua morte fu ricoperto (v. Ins. XLI1 ). L’insigne iscrizione principia con due imperfetti versi, che fanno intendere, come invecchiò presto il santo Vescovo sopra la terra, ma viverà in perpetuo nel ciclo. Quando si tratterà delle Antichità Cristiane che in Verona abbiamo, congettura proporremo del luogo nel quale par verisimile che il nascondiglio fosse, ove co pochi fedeli dicesi negli Atti eli ci dimorava.

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