all’Imperadore, il quale gli fece consegnare ad Anolino suo consigliere, perchè fossero custoditi. La dignità di Consigliere non si annovera nella Notizia dell’Imperio, dove poche se ne veggono delle mere Palatine; ma Consiglici· degli Augusti si ha in una lapida Gruteriana (458, η). Se gli fece poi Massimiano condurre innanzi nel Circo, e tentatigli in vano con tormenti e con lusinghe, furon rimessi in prigione. Gli diede poi e gli lascio in balia d’Anolino medesimo, perchè o gl’inducesse a idolatria, o gli uccidesse. Doveva costui allora per alcuna particelar commissione portarsi con comando nella Venezia. Oppone però il Tillemont a questi Atti, non potersi render ragione dell’aver 1 Imperadore dati i Martiri ad Anolino da condurre per la Venezia: ma la ragione è in pronto dagli Alti stessi, che dicono, come costui gli richiese a Massimiano, e ottenutigli, comando fossero subito condotti a Verona, e quivi tenuti fino al suo arrivo. Il famoso Anfiteatro, che in questa città era, gli fece venire in mente di far con poca spesa puhlico spettacolo, coin’era uso allora ne’ supplizii. Giunsero a Verona in tre giorni, e furon consegnali, secondo si legge negli Alti, a Cancario Milite, ch’era Vicario della Città, cioè luogotenente e comandante del Presidio. Costui però non Cancario, gente non più intesa nelle Romane memorie, ma sarà stato Caio Ancario, nome che si trova in più lapide e in più Scrittori. L’uso antico di scrivere senza distinzioni ha fatto legger male più volte i nomi, attaccando al gentilizio il prenome con una sola lettera espresso. Così Aulo Gcliio passò in Agellio, così Marco Apicio in