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282 dell’istoria di verona

no, per ambizione che tutti i riti vi fossero, introdurre anche il Giudaico e il Samaritano e ’l Cristiano (Lampr.). Quanto lungi fosse Adriano dall’intendere il Cristianesimo, appar nella sua epistola riferita da Vopisco (in Satumin.).D’Antonin Pio si ha un rescritto alle ciltà d’Asia, in cui permise la loro religione a’ Cristiani, e di Marc’Aurelio si sa che vieto l’accusargli sotto pena della vita; ma il lor favore 11011 tiro a maggior conseguenza. Alessandro, eli è il primo di cui si noti, come permise a’ popoli generalmente d’esser Cristiani (Lampr. Christianos esse passus est), teneva il simulacro di Cristo con quel d’Àbramo e d’Orfeo; c contra i Pasticcieri, che prctcndeano un luogo del Publico ila’ Cristiani occupalo, giudicò, esser meglio che Iddio vi si venerasse, in qualunque maniera si fosse (melius esse, ut quomoaocumque illic Deus colalur); dove ben si vede, come la sua era una tolleranza, e come ogni religione quasi culto divino metteva in fascio, e minor conto della Cristiana facca, che della Gentile; onde poco gli giovò clic fosse Cristiana Mammea sua madre, come Eusebio ed Orosio affermano. Finalmente primo tra gl’Imperadori ad abbracciar la rcligion nostra, ma senza clic perciò mollo benefizio a lei ne tornasse, credon molti fosse quello di cui abbiami notato, che morì in Verona, cioè Giulio Filippo. Vera cosa è che primo di lutti essere stato Costantino, asseriscono Lattanzio, Sulpizio Severo, Teodoreto, ed altri; ma nacque forse tal grido dall averla lui professala solennemente, e resa trionfante. Forti per verità son