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dell’istoria di verona libro settimo |
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funesto principio sotto Gallieno, quando indebolito grandemente l’Imperio, come dissipato e fra molti tiranni diviso, non solamente le provincie lacerate furono da più nazioni, ma rimase al lor furore esposta l’Italia stessa. Afferma
Eutropio che in tempo di Gallieno e di Valeriano gli Alemanni, devastate le Gallie, penetrarono in Italia, ed i Germani vennero fino a Ravenna: ed afferma Eumenio nel Panegirico di Costanzo, che sotto il Principato di Gallieno perduta la Rezia, e saccheggiato il Norico, l’Italia medesima, signora delle genti, pianse l’eccidio di moltissime sue città (sub Principe Gallieno, ec. Italia ipsa gentium domina, ec.). Leggesi ancora in Zosimo (lib. 1, c. 37) che mentre Gallieno oltra l’Alpi era intento alla guerra co’ Germani, gli Sciti, saccheggiato l’Illirico, entrarono in Italia, e scorsero fino a Roma. Non è pero maraviglia, se volle Gallieno munir questa città di nuove e più forti mura, e corroborarla in oltre con nuova colonia militare, ch’ei v’introdusse. Non si trovano queste notizie negli Scrittori, ma si rilevano da insigne iscrizione (v. Ins. XXXVIII), qual tuttavia sussiste sopra l’antica Porta che si conserva. Pochi anni dopo, come si ha in
Aurelio Vittore, Aureliano circondò anche Roma di mura fortissime; e ciò perchè non accadesse mai più quel ch’era avvenuto sotto Gallieno (Vop. quale sub Gallieno evenerat): parole che si leggono per l’appunto anche in
Vopisco, e confermano, come Roma stessa, imperando Gallieno, fu posta dalle barbare nazioni in terrore. Il sito e l’importanza di Ve-