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libro sesto 221

ove tratta de' libri suoi, ci fa sapere, come gl’Imperadori passarono il verno in Aquileia per esser pronti a primo tempo contra Germani, in quella città essendo da essi quel famoso Medico stato chiamato. Altro di Luciano (in Pseudom.) in un de’ suoi Dialoghi c’insegna, come una rotta ebbero i Romani con morte di venti mila, e che poco mancò Aquileia non fosse presa. Assediata in quella guerra la dice anche Ammian Marcellino (lib. 29, c. 6), ed esterminato Oderzo. Presero poi miglior piega le cose, e Marco più volte vittorioso perseguitò i nemici in Pannonia, e soggiogò del tutto essi ed altri feroci popoli, come dal compendiato Dione. Lucio Vero incamminato verso Roma, tra Altino e Concordia ebbe un tocco d’apoplesia, e ne morì in Altino. Presso la Rezia aver tagliati molti barbari a pezzi Antonino Caracalla, scrive Sparziano. È probabile che quando le guerre co’ Transalpini erano a questa parte, una spezie di piazza d’armi fosse Verona.

Imperfetta sarebbe molto l’Istoria nostra, se tanto ragionandosi d’una città, nulla si dicesse del territorio suo. Città e distretto sono in origine un corpo solo: però scrisse Ulpiano (D. l. 50, t. 1, l. 30): chi è d’un Vico, s’intende aver per patria quella Republica cui quel Vico corrisponde. Nel primo formarsi e distinguersi in membri i corpi civili, quella parte che per coltivare i campi e per comporre villaggi e borghi si allontanava dal maggior luogo, non per questo si separava civilmente, o si considerava poi come aliena. Gli Ateniesi divisero in tribù non meno la provincia o sia territo-