Pagina:Maffei - Verona illustrata I-II, 1825.djvu/247


libro sesto 217

pide; ma non per questo dobbiam credere che d’onesta condizione non andassero anche molti in colonia, e spezialmente d’ordine equestre: fa menzion Tito Livio (lib. 37) dell’essersi, nel condur colonia a Bologna, dati settanta ingerì di terreno agli Equiti, e cinquanta agli altri. Coll’andar del tempo anche alcuni di primarie famiglie si trasferirono in altre città, o per fuggir brighe e pericoli, o per ampie facoltà acquistatevi. Aggiungasi che la cittadinanza Romana e la participazion degli onori Iiresto nobilitavano e sommamente illustravano e famiglie d’ogni città, che uomini producessero atti alle cose grandi e a supremi impieghi. Ci è stato chi ha creduto Veronese il bisavo dell’Imperador Flavio Vespasiano, perchè Traspadano il diceano alcuni presso Svetonio (Vesp. c. 1, 387, 1), e perchè un Flavio Norico fu nostro Quartumviro in antica età. È notabile l’aversi alquanti monumenti della gente Veronia, che non si vede altrove. Osservammo già quel Veronio Carpo, che fu Maggior del Collegio Sevirale (v. Ins. XXIII). È credibile che tal gentilizio nome prendesse principio dalla libertà data ad alcuni servi dalla Republica nostra, poichè servi possedeano i Publici ancora, e i Collegi altresì, i quali nell’esser fatti liberi prendeano alcune volte il nome da que’ Collegi, o dalle città. L’istessa origine avrà avuta la gente Aquileiensia, che in alcune lapide pur s’incontra.

Insigne iscrizion di Trieste città dei Carni, il paese de’ quali si considerò come un’adiacenza della Venezia, e venne compreso in essa,