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mittendos), essersi dovuti mandar a Roma, perch’eran cittadini Romani. Egli è per mille ragioni manifesto adunque che la divisione in undici regioni pensala da Augusto, e da Plinio riferita, altro non fu che una ripartizione geografica per sua regola e per suo studio fatta, e però nè da Dione, nè da Svetonio, nè da verun altro Istorico menzion se ne fece; e non se ne fece caso da Pomponio Mela, il quale avendo poco dopo l’Italia descritta, tali regioni non nomina; e però Plinio l’una regione scrisse aver nome di Prima, l’altra d’altro numero secondo la division d’Augusto. Ottimamente adunque dice il Cellario (lib. 2, c. 9 ), non esser riuscita di alcun uso tal divisione, e non essersene da’ posteri fatto conto. Nè però inutilmente dobbiam credere la pensasse Augusto, ma come applicatissimo al governo della Republica, per ordinar meglio con essa la regolazione delle publiche rendite, e la distribuzione e il computo delle forze; sapendosi come un libro gli si trovò dopo morte, in cui avea descritto quanti soldati avesse la Republica in ogni luogo, quanti denari nell’erario, quante rendite, quanti crediti, quante spese (Dio. lib. 55; Svet. Aug. in fin.).

La divisione che di tutta la Gallia cisalpina fa il Po, fece molte volte ancora considerar questa metà d’Italia come due regioni, o sia geografiche provincie. Traspadana Italia nominò Plinio più d’una volta, ed altri parimente. Che in essa assai si distinguesse Verona tra l’altre città, da un ampio marino si può raccogliere, che abbiam nel Museo, il qual mostra com’era