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libro sesto 199

sima a‘ Reti interiori. Abbiam nel distretto nostro Brentino a piè del Montebaldo, e Breonio nell’alto della Valpulicella, qual fu dei Reti: tali nomi sembrano venir da’ Breuni, detti Breoni da Venanzio Fortunato (Vit. S. Mart. lib. 4).

Questa divisione dell’Italia in regioni ha confermato in molti l’error di credere ridotta a’ tempi d’Augusto l’Italia in provincie, e deputato a ciascheduna il suo Preside. Faremo prima conoscer l’inganno di chi ha supposta in tempo della Republica e sotto Augusto soggetta l’Italia a’ Questori. Magistrato era questo che si mandava alla custodia del publico denaro, alla cura delle publiche rendite, e a raccoglier le contribuzioni e le imposte. Cosi nelle provincie ancora; onde Filone nell’Ambasceria a Caligola parlando del Questor Capitone, dice che presedeva in Giudea all’esigere i tributi. I Questori che si veggono in Pisa a tempo della morte di Caio e di Lucio Cesari, eran municipali, come gli abbiam veduti in Verona ancora (v. Cen. Pis. Diss. I, c. 3). Quelli che, dice Dione, volle Augusto avesser cura per più anni di certi luoghi verso il mare e presso Roma, avranno avuto motivo da particolari accidenti di que’ luoghi stessi, nè si dee mai creder per questo che fosse ridotto il Lazio in provincia. Bisogna avvertire ancora, che se ne‘ luoghi ove costoro esercitavano il loro ufizio, straordinario accidente nasceva e particolare occorrenza, essi ne prendean cura o se ne dava ad essi la commissione. Così è da dire di quel Curzio Lupo Questore, cui scrive Tacito (Ann.