196 |
dell’istoria di verona |
|
oppida, che nelle stampe è dopo Ateste, e si conosce fuor di luogo. Strabone (lib. 5: καὶ ἄλλα τοιαῦτα πολισμάτια) mentova Oderzo, Concordia, Adria e Vicenza tra le piccole città ch’erano manco offese dalle paludi. Nel tener dei Reti nomina Plinio Feltrini, Trentini e Bernesi; mette Verona, come di ragion di due genti, cioè Reti ed Euganei; e per ultimo nomina Giulio nei Carni, quasi dimenticato prima. Alquante piccole popolazioni registra poi, quali dice non esser necessario di ricercar minutamente (quos scrupulose dicere non attineat); tra queste i Taurisani, i Forogiuliesi e i Venidati: in quest’ultimo nome pare celarsi quel degli Udinati, e di Udine, diventata poi città ne’ bassi tempi, trasposte le lettere, come abbiamo osservato era uso frequente della pronunzia popolare, ove parlammo de’ Vardacatesi. De’ Taurisani resta in dubbio se fosse luogo ne’ monti di tal nome da Plinio mentovati innanzi, o se fosse borgo passato poi in città col nome di Treviso. Si vede Treviso due volte nel latercolo militare citato poc’anzi, ch’è de’ tempi d’Antonin Pio (v. Grut. p. 301). De’ Forogiuliesi abbiam fatta menzione parlando dei Fori, e si riconosce qui, come non erano ancora città, mentovandosi tra’ piccoli luoghi ed ignoti. Nelle stampe di Tolomeo veramente si legge Forogiulio Colonia, ma in quell’istessa pagina che osservammo tutta coperta d’errori. Da alcuni è stata confusa con la Colonia Forogiuliese mentovata da Tacito, ch’è Frejus in Provenza. Qualche lapida si adduce, che a Cividale, dove fu il Forogiulio, conservasi con