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xvi vita

molte lodi all’Autore della Merope italiana la sua, avea notati, quantunque con astuzia particolare, alcuni difetti di quella. A ciò rispose il Maffei coll’esaminare di ricambio, ma forse troppo duramente, la Merope del suo competitore, il quale per vendicarsi stampò di poi sotto il nome di la Lindelle un’acerba critica della tragedia dell’Autor veronese. Con tutto ciò essa, anche dopo le molte tragedie dell’immortale Astigiano, che pure volle provarsi nello stesso argomento, è tenuta in conto d’una delle migliori composizioni drammatiche italiane. Compose inoltre il N. A. due commedie, le quali verseggiate e condotte languidamente non gli hanno procaccialo gran lode.

Il Maffei non avea in alcuna occasione giammai nominato nelle sue opere fra gli scrittori tragici Pier Jacopo Martello. Quest’autore, che ha dato fra noi il nome al verso di quattordici sillabe, erasi anch’egli studiato d’ottenere la riforma della tragedia in Italia; e come nella versificazione, così pure nel rimanente della composizione avea preso ad imitare specialmente i Francesi, benchè per altro cercasse di conciliare in qualche parte il loro gusto con quello dei Greci. Non pareva quindi a lui di meritare quell’obblio, e se lo recava a torto; ond’è che non potendo contenere il suo risentimento, compose un dramma satirico col nome di Femia sentenziato, in cui acremente mordeva il N. A., e tacciavaio d’ingratitudine perchè avesse dimenticato colui ch’erasi sempre dato cura d’encomiare la persona, gli scritti e la stessa Merope del Maffei. Il Martello di-