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174 | dell’istoria di verona |
rir questo passo, saggiamente disse 846 vici. Ammian Marcellino narra che nell’Isauria oltre a molti oppidi erano due città (lib. 14 c. 8). In somma nè Livio si contradisse, nè sarebbe senza espressa contradizione il voler che tra’ vici de’ Cenomani si fosse annoverata una città non mezzana e d’ambigua condizione, ma così distinta e così nobile, qual veggiam dal Geografo, che fu Verona.
E poichè l’Istoria antica, come si sarà ben osservato finora, non è come la moderna, che si può da chiunque sia con la lettura di semplici e volgari narrative comprendere, ma abisogna di profonda intelligenza delle lingue dotte, e di sottil raziocinio, e d’erudite discussioni e ricerche, sul complesso degli antichi Scrittori e de’ monumenti fondate; non tralasceremo di consumar qui alcuni altri punti in questo proposito, all’universal cognizione dell’antichità non poco importanti. È stato ultimamente scritto da erudita penna, nella voce Caput attribuita a Brescia da Livio, contenersi virtù di significare che avesse sotto di se altre città: così altri scrivendo d’alLro, gran cose dedussero da tal voce; quando essa veramente nè pure ha forza di provar città quel luogo stesso che così vien detto. La voce Caput trasportata nella Geografia serva per l’appunto l’istesso valore che ha nel suo primitivo e natural senso: e però siccome in questo non ha virtù di significar per se cosa grande, ma di distinguere sopra l’altre parti, e si dice in riguardo a’ membri che compongono il corpo di qualunque animale, talchè ugualmente si