Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro quinto | 165 |
Questi corpi si eleggean Patroni, cioè Protettori, e se gli eleggevano parimente le città e le comunità. Le città solean per lo più scegliere personaggi di conto e d’autorità a Roma. Insegna Appiano (Civ. lib. 2: ἅπασιν πόλεσιν ἔστι τίς ἐν Ῥώμῃ προστάτης) che di tutte le città v’era in Roma il Protettore, e Dionigi d’Alicarnasso (lib. 2), che ognuno se gli sceglieva a piacere tra’ cittadini Romani. Gran vincolo era cotesto in que’ tempi, e molti eran gli obligli reciprochi del patronato e della clientela. Di Verona un Patrono, o sia Protettore, ci diede il Saraina (p. 49 ), cioè Delfio Peregrino, ch’era stato Tribuno di legione, e Propretore della provincia Asia; ma il marmo si è ricercato indarno. Per supplir però alla mancanza delle nostre, abbiam poste nella serie tre iscrizioni non più divulgate d’altre parti, la prima delle quali, venuta nel nostro Museo dalla Dalmazia (v. Ins. XVI), fa vedere com’anche tra’ proprj cittadini prendean le colonie i Protettori, il che si conosce anche in altre. La seconda scoperta in Sestino terra dell’Umbria, in onore di chi era Protettor d’un Collegio, ed anche della città, fu dedicata dai Seviri Augustali, e dalla Plebe della città stessa. Fu eretta l’altra dal Collegio de’ Fabri di Tortona1 a chi era Patrono dei Collegj tutti e d’una Colonia, e fedelissimo Avvocato, il qual esercizio si adoperava spesso in favor de’
- ↑ Il Maffei scrisse nel suo esemplare stampato a questo luogo: V’è corso qualche equivoco (v. Ins. XVIII), e la parola Tortona vi si trova cancellata con un tratto di penna a freccia. — Gli Editori.