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dell’istoria di verona |
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ugualmente da se. Avvenne qualche volta in tempo degl’Imperadori, ch’una città venisse sottoposta a un’altra, ma per gravissima pena e castigo, e non in Italia, ma in Oriente. Settimio Severo per vendicarsi d’Antiochia, che avea seguitate le parti di Pescennio, la sottopose a Laodicea, e per vendicarsi di Bisanzio la sottopose a Perintio: ma nell’istesso tempo le privò del Bagno, del Teatro, e d’ogni altro ornamento proprio delle città, e come scrive Erodiano (lib. 3, c. 6: Κωμηδουλεύειν, ec.), venne a metterle in condizion servile, e a renderle villaggi. Ma in figura di villaggio non fu mai Brescia dopo i tempi Romani, nè Verona, o altra in queste parti. Qualunque piccola città prossima fosse a una grande, e si amministrava ugualmente da’ proprj cittadini, ed era di tribù diversa, e si chiamava parimente Republica: onde come trovasi, a cagion d’esempio, la Republica de’ Milanesi nelle lapide, così si trova la Republica de’ Comaschi e la Republica de’ Bergamaschi. Nella città di Vicenza nobil memoria fu anticamente dedicata, e si conserva ancora, in onore di Gordian Pio, che si dice eretta dalla Republica, e s’intende la Vicentina, con Decreto de’ Decurioni, e per liberalità delle Matidie; avendo alcune cittadine di tal gente fatta in quel tempo la spesa (v. Ins. LXIX). Credè lo Spanemio ( Pr. Num. diss. IX, p. 7) che il nome di Republica si usasse solamente dalle città libere e da’ Municipj: nel numero delle città libere posson tutte quelle d’Italia comprendersi; ma nel nome di Municipio prese anch’egli l’errore poco avanti sgombrato, e