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avendone dapprima fatta conoscere l’esistenza dell’esemplare postillato del Maffei, s’adoperò ancora onde ne potessimo profittare.
Ma poiché ci è occorso di nominare questo distinto nostro concittadino, non ha guari mancato a’ vivi, siaci permesso di rendere in questo luogo testimonianza agli insigni suoi meriti, e di sdebitarci ancora in parte degli obblighi di gratitudine che ci corrono a suo riguardo. Giacche se il Reina, infiammato com’era dall’amore del proprio paese e delle buone lettere, fu a moltissimi cortese de’ suoi lumi, e de’ rari e preziosi libri ch’egli radunò nella cospicua e celebrata sua biblioteca, a noi fu particolarmente largo di pareri e d’aiuto nelle grandiose imprese delle edizioni de’ Classici italiani da noi assunte. Così nella prima edizione egli presto indefessa cura alla ristampa del Gelli ed a quella del Furioso: nella seconda poi, oltre all’avere dettato il Manifesto con cui venne annunziata, scrisse la generale prefazione che va innanzi all’Alfieri, delle cui opere volle rivedere le stampe, la quale briga parimenti si prese per quelle del Parini e del Varano. Compose poscia in acconcia maniera le Vite di questi due poeti, non che di F. M. Zanotti, del Muratori, del