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libro terzo 99

vide non esser possibile, con prudentissimo ripiego si andò a mettere con le insegne alla lesta di quei che sloggiavano, per iscemarne il disordine, o far apparire che seguitassero il comandante, e si ritirassero. Fu in quest’occasione, ch’essendo una legione rimasa separata dal grosso dell’esercito, e circondata, Petreio Atinate, un de’ centurioni, propose di farsi strada a traverso il campo de’ nimici ; e perchè ripugnava il Tribuno, l’uccise, e postosi alla testa egli stesso, la condusse a salvalmento; della quale azione Plinio (lib. 22, c. 6) ci fe’conserva. All’incontro fu tra quei che fuggirono un figliuolo di Marco Scauro; per lo che ricusando poi il padre d’ammetterlo alla sua presenza, per dolore e vergogna si diè da se stesso la morte. Narrasi questo fatto da Valerio Massimo (lib. 5, c. 8), che dice avvenuto presso l’Adige rincontro de’ Cimbri; e da Frontino ancora, che lo dice avvenuto nelle selve Trentine (Strat. lib. 4 c. 1 ). Abbiamo dall’istesso Autore, come Catulo ingannò i nemici con far loro apparire di mettere il campo in certo colle (lib. I, c. 5); per la qual cosa si levarono essi dalla riva d’ un piccol fiume che occupavano, e gli diedero agio di passarlo, e d infestargli ancora. Osserva Floro (lib. 3, c. 3), che se i Cimbri dopo tal successo, e dopo essere giunti felicemente nel piano, marchiavano subito risolutamente a Roma, non sarebb’essa stata in leggier pericolo; ma presi dall’incanto del paese in cui si trovarono, arrestaronsi, e tra per l’uso del pane e delle carni colte e del vino, tra per la dol-