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96 dell’istoria di verona

la lorica, ferito in più parti (Plut. in Sert.) Non riferiremo qui le particolarità di quell’ impresa, poichè si posson leggere unitamente ed a lungo esposte in Plutarco. La sostanza fu, che stancatigli prima, poi lasciatigli incamminare per passar l’Alpi, Mario in due combattimenti sconfisse gli Ambroni e i Teutoni interamente, grandissima strage facendone. Sagrificava egli dopo la vittoria, quando giunsero da Roma i messi dell’essergli stato, benché assente, conferito il quinto Consolato: la quale allegrezza fu amareggiata ben tosto dall’avviso dell’essere i Cimbri penetrati in Italia, non avendo potuto il collega Catulo respingergli, nè trattenergli.

Conoscendo questi di non poter difendere tutti i passi delle montagne, e non volendo divider le sue truppe in più corpi, poichi gli vide indirizzati al più aperto varco, ch’è quello dell’Adige ne’ monti di Trento, calò dall’Alpi, e ridottosi nel Veronese, si appostò a questo fiume, accampandosi nella parte di esso destra rispetto al corso, e probabilmente non lontano da’ siti di Rivolε e di Canale ( Plut. in Mar. τὸν Ἀτισῶνα ποταμὸν λαβὼν πρὸς αὐτοῦ, ec.). Il villaggio di Costerman, che abbiamo in quella parte, si ricava e da vecchie pergamene, e dal nome, come si disse, in latino Castra Romana; nè in altra occasione più che in quella troviam credibile che quivi si piantassero alloggiamenti Romani. Tra Rivole e Canale, e negli stessi luoghi abbiam veduto a’ giorni nostri nel maggio dell’anno 1701 porsi il primo campo, cd aprirsi la guerra per la