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marchese Maffei, che durante tutta la sua vita giammai non inframmise lo studio delle cose istoriche ed archeologiche, avea divisato di dar fuori prima di morire un’emendata edizione della grande sua opera. A quest’effetto egli riempie un esemplare in foglio della stampa originale del 1732 di postille, in cui ora più chiaramente dimostra o spiega le cose già dette, ed ora espone le nuove opinioni e pareri in cui era venuto su alcuni punti dopo più mature considerazioni. Essendoci quindi giunta notizia come un manoscritto di tanto pregio gelosamente si conservasse presso il marchese Antonio Maffei discendente del marchese Scipione, non tralasciammo nè cure nè spese onde ci fossero comunicate le correzioni e le note che leggevansi in margine al mentovato esemplare, ed alfine vedemmo adempiuto il nostro desiderio.
Lieti di ciò, intraprendemmo la ristampa della Verona; ma per verità ci fu di non lieve fatica il porre a luogo la preziosa suppellettile che ci forniva l’esemplare sovra descritto, in maniera che gli studiosi ne potessero trarre vantaggio senza confusione alcuna. Imperocchè l’Autore non avea già disposte le sue correzioni ed aggiunte in maniera che