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76 | dell’istoria di verona |
lirico, come dall’altre parti fino al Rubicone ed al Varo. Dove però particolar motivo di separazione non nascesse, comprendea la sua giurisdizione Liguri, Galli e Veneti; ma si continuò da’ Romani a tutto il tratto la denominazione ch’era prima invalsa, per essere stati primi in questa metà d’Italia i Galli a venire sotto il dominio. Quindi è che si trova aver Cicerone (Phil. 12) tra le parli della Gallia computato il Padovano, e armenti Gallici chiamar Columella (lib. 7, c. 2) quei d’Altino, e paludi Galliche Vitruvio (lib. 1. c. 4) quelle ch’erano intorno Aquileia.
Per far adunque ricerca de’ Rettori nostri, si arebbe qui a tesser la serie de’ Presidi della Gallia cisalpina; e tanto si potrebbe agevolmente fare, se veramente provincia a tenor dell’altre fosse stata questa, come comunemente si pensa. Ma che in fatti non fosse, appar dal considerare che non s’accrebbe il numero de’ Pretori nell’acquisto delle regioni Cisalpine, come s’era accresciuto nell’acquisto della Sicilia e della Sardegna, ma si continuo a crearne quattro fino all’anno 557, quando dilatato nelle Spagne il dominio, si ampliò il numero de’ Pretori sino a sei, restando però i due aggiunti, quando accidente nol vietasse, regolarmente assegnati alla Spagna citeriore ed all’ulteriore. Noi veggiam dunque fino all’anno 588, ch’è quello in cui per somma sventura Livio ci abbandona, non altre provincie essersi annualmente sortite in Roma, oltre alli due Pretori urbani, che le due Spagne, e Sicilia e Sardegna. Si praticò l’istesso