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dell'istoria di verona |
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certamente edificato per ruscelli, o per rami d’acqua, com’altri ha scritto. Ma gioconde cose si son qui immaginati i nostri: che fosse altro simil ponte in poca distanza; che con acque quivi condotte nello spazio fra l’uno e l’altro si formasse un lago; e che in esso si celebrassero Naumachie, cioè spettacoli di combattimento navale. Per gli spettatori poi di maggior conto sontuoso edifizio senza risparmio alcuno in forma di gran palazzo inalzarono coll’inchiostro, e nelle Antichità Veronesi del Panvinio intrusero1. Ma tutte queste, secondo l’uso miserabile e pur troppo comune di far dell’antichità un’arbitraria chimera, son favole e sogni, nè provati per monumenti o Scrittori, nè verisimili per congetture o vestigi. Difficoltà ho trovato nascere in alcuni contra il creder la città abbracciata anticamente dal fiume, per aversi da Latini e da Greci Scrittori ch’essa anche ne’ tempi antichi era grande, parendo in tal modo che troppo venga a ristringersi. Ma in primo luogo a bastanza grande era allora un tal circuito a paragone dell’altre città, benché angusto ci paia in oggi a paragon del moderno eccessivo ed inutile. Secondariamente conforme all’uso antico molta gente abitava in poco sito, dov’ora in molto sito suole abitar poca gente; e l’attributo di grande non tanto derivava dall’ampiezza del recinto, quanto dalla popolazione e dallo splendore. È da considerare in oltre che poco stette dopo le prime
- ↑ Ridicolo, dovendo servire di spettatorio per via di finestre, come ora.