Pagina:Maffei - Consiglio politico finora inedito presentato al governo veneto, 1797.pdf/76


della Repubblica da noi rappresentata sin ora non avesse luogo, se non quanto in Roma durò la Repubblica stessa; ma si abolisse dopo il governo degl’Imperatori. Nascerà questa credenza da quella generale illusione, che fa supporre passata Roma per Cesare allo Stato Monarchico. Il nostro Autore ha sgombrato questo inganno con tutta chiarezza. Roma sotto gl’Imperatori continuò bensì una Repubblica d’altra faccia; ma con tutto ciò essi giuridicamente altro mai non furono, che un Magistrato, e il fondo dell’autorità rimase sempre al Senato. Quindi è, che quando Roma fu oppressa, e da Barbari soggiogata, l’Impero Romano perì, e si estinse; nè continuò a Costantinopoli, dove nuovo Regno Greco rinacque; il quale usò bensì il nome di Romano Impero, ma vanamente, perchè Roma, ridotta già in servitù, non vi aveva più parte. Con questo la Veneta libertà originaria da tanti Scrittori impugnata, e finora sì debolmente difesa, si è posta in chiaro dal nostro Autore con evidenza. Ma per quanto fa a nostro proposito in tempo di Tiberio l’elezione de’ Magistrati, ch’era allora il principal impiego de’ Comizj, fu trasferita dal Popolo al Senato; cioè da moltitudine indeterminata a moltitudine limitata, e scelta; non altro essendo, o do-