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no per natura inquieti, contenziosi, ambiziosi, e verso i suoi proprj invidiosi, d’averne una superiore, che invigili alla loro pace, provveda alla sicurezza, e gli umori peccanti ne raffreni, ch’essere in tutto di proprio arbitrio per loro rovina. Ma siccome gran vantaggio era d’ogni gente l’esser sottoposta a’ Romani, perchè con ciò non perdevano la libertà, ma piuttosto l’assicuravano, e si facevano partecipi di sì gran Repubblica: così l’ammetterle in Società era incomparabil vantaggio de’ Romani, i quali con questa superiorità, che non si poteva perdere, conservando, acquistavano le forze di tutte per loro difesa. De’ medesimi Padovani, e de’ lor vicini disse due secoli dopo Marco Tullio, non essere meraviglia, se si erano segnalati nella fede, somministrando contro Antonio danaro, armi, e Soldati: poichè si era partecipata a loro la Repubblica.

In oggi per la. mutazione delle idee, e per regnare vanità piuttosto che politica; altri si crederebbe, che i Cittadini Romani primitivi fossero venuti a perdere del loro lustro nel partecipare a tanti il loro grado; quando all’incontro tornava tutto quello in esaltazione loro, mentre la Sedia del Romano Impero fu sempre Roma; il nome del Dominio sempre Romano; il fondo della Repubblica sempre i