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modo di procedere si sia preso in oggi nelle materie politiche; e con quanta facilità si cambii ora il destino de’ Principi Italiani, e delle Provincie. Ove dell’Italia si tratti, vien deliberato de’ suoi Popoli, come si farebbe di branchi di pecore, o di altri vili animali. Ne’ generali Congressi di pace o non si ammettono più Ambasciatori Italiani, o si fanno fare trista, e miserabil figura. Se per questa pace si fosse tenuto Congresso, era già fermato di non ammettere i Ministri di Venezia, nè del Papa, nè di Toscana, col pretesto di non ammettervi se non quelli dei Principi guerreggianti. A questo segno siamo giunti, quando in altri tempi il Senato Veneto si prendeva per arbitro delle differenze tra Principi, e quando fin nelle Paci del prossimo passato Secolo gli Ambasciatori di Venezia vi tennero così onorevole luogo, e furono più di una volta tra le maggiori Potenze li Mediatori.
Noi abbiamo veduto poco fa, anzi veggiamo tuttavia, come sia trattato il Papa, e i suoi Stati dai Tedeschi, e dai Spagnuoli, perchè non vi sono Truppe a difesa. Accade, a chi viaggia di là da’ Monti, di udir spesso amene disposizioni e gioconde idee. Si sentono persone anche attualmente in pubblico impiego ragionare della disposizione, e della ripartizio-