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atto secondo 93


ch’io vo rubando di sonno, allorché

lor signore si ostinano a qualche uscio
e nissuna vuol ire, io non potrei
resistere.
Aurelia.   Ritirati, ch’io veggo
venir verso di me il signor Leandro.

SCENA II

Leandro e Aurelia.

Leandro.   Signora Aurelia, io veniva con animo

di riverirla in casa.
Aurelia.   Troppa grazia
che volea farmi; ella confonde sempre
questa sua serva desiderosissima
di palesarsi sua svisceratissima.
Vuol che ritorni dentro?
Leandro.   Non giá, ch’io
posso esporle qui ancora quanto mi
occorre.
Aurelia.   In grazia mi lasci premettere
le congratulazioni mie vivissime
per l’arrivo del suo signor figliuolo.
Ella ben vede quanta parte io debba
prendervi.
Leandro.   Le confesso ch’io mi sono
il piú contento uom del mondo.
Aurelia.   Ha ragione,
trovandolo adornato d’ogni bella
qualitá.
Leandro.   Non ardisco di dir tanto;
ben posso dir ch’egli è d’ottimo gusto
e distingue e conosce il valor delle
cose.