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atto primo 87


Massimo.   Fausto

sará per me questo dí senza dubbio,
mentre nel suo principio il primo incontro
è di quelle persone ch’io onoro
sopra tutt’altre al mondo, e dalle quali
dipende il far felice e fortunata
tutta la mia vita, e ver le quali io spasimo
di poter dimostrar l’incomparabile
ossequio mio.
Antea.   Anzi toccherá a noi
di ringraziare il ciel di questa sorte,
presentandoci sí per tempo un tanto
soggetto ch’è presso tutti in sí alta
considerazione e che da noi
si riverisce e venera.
Camilla.   Un direbbe
questa è la prima volta che si veggono.
L’istesse nenie ogni giorno da capo.
Massimo.   Giá che son quasi alla mia porta, non si
degneranno d’entrare e di lasciarsi
tenuamente servire d’una chicara
di cioccolata?
Antea.   Rendiamo infinite
grazie, premura omai ci stringe di
veder Lucinda, cui si va aggravando
il male.
Massimo.   Ben mi son pensato fosse
questo il motivo della gita. Come
l’hanno passata nel caldo insoffribile
di questa notte?
Antea.   È stato affannoso.
Massimo.   La signora Camilla, cui piú bolle
il sangue, avrá preso poco sonno.
Camilla.   Anzi ho dormito benissimo; non mi
suol avvenire di perdere il sonno.
Massimo.   Ei suol ben avvenire a qualcun altro