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80 | le cerimonie |
andrá quasi in deliquio; ma non vuolsi
per veritá abbandonar i forzieri.
Ella prenda per qua che, a pena vòlto
il primo canto a destra, entra nel corso,
e non può piú sbagliare. Io men vo ratto.
Orazio. Ed io pur m’incammino. Ma in qual bella
figlia m’avvengo io?
SCENA II
Camilla, Antea e Orazio.
Camilla. Oh! Oh!
Orazio. Permettami.
signora, ch’io ’l raccolga e gliel presenti.
Camilla. Grazie, signor.
Orazio. Grazia reputo io
fatta a me dalla sorte un sì felice
incontro.
Camilla. Troppo onore, serva.
Orazio. In tanta
fretta? Non potrò io d’alcuna cosa
servirle?
Antea. Ella condoni, o mio signore,
e scusi la rozezza della figlia
che per la sua gioventú e poca pratica
non sa complimentar, come sarebbe
dovere e non sa dir che due parole,
quando a la somma gentilezza sua
che si è fatta conoscer sopragrande
e che ha voluto soprafare il nostro
poco merito, debbonsi espressioni
senza misura, né mai si potrebbe