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CANTO QUARTO

     Ma presso Giove in pavimento aurato
a consiglio sedeano i sommi dèi.
Ebe degna d’onor nettar porgea
ed essi il riceveano in auree tazze,
5la troiana cittá mirando. Allora
cercò il Saturnio d’irritar Giunone,
detti lanciando inver di lei mordaci:
     — A Menelao due favor danno dèe
Giunone argiva e Palla aitatrice:
10stanno a parte sedendo e riguardando
gioiscono; ma a l’altro la gioconda
Venere assiste sempre e da funesto
fato il guarda. Anche adesso ch’aspra morte
provar credeasi, il preservò; per altro
15il guerrier Menelao vittoria ottenne.
Ora consultiam noi qual fin si dia.
se perniziosa guerra e pugna atroce
suscitiamo di nuovo, o pace amica
facciam che sia tra lor. Se questo a tutti
20accetto fosse, la cittá di Priamo
sussisterebbe e Menelao V argiva
Elena ricondurre alfin potrebbe. —
Sogghignaro al suo dir Minerva e Giuno
che, vicine sedendo, ordian sventure