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CANTO TERZO

     Ma posciaché co’ duci lor ciascuno
schierati fur, con grida quasi augelli
e con alto rumor giansi i troiani,
qual s’ode in aria delle gru il clamore,
quando le piogge immense e ’l freddo verno
fuggendo, a l’Ocean drizzano il volo
schiamazzando e a’ Pigmei morte ed atroce
aeree portan guerra. Ma spirando
bravura, taciturni ivano i greci,
fra sé disposti di recarsi aita.
Come quando a le cime alte del monte
nòto nebbia diffonde ai guidarmenti
non amica, ma piú di notte oscura,
utile ai rapitor, né piú di quanto
può trarre un sasso uom vede; fatta polve
de’ marciami dai piè cosí s’alzava
mentre passar celeremente il piano.
     Quando appressarsi, de’ troiani in fronte
stava Alessandro deiforme, avendo
curvi archi e brando e di pantera spoglia
su gli omeri; ma due con ferrea punta
aste stringendo, de’ miglior tra i Greci
provocava il valor a fiera pugna.
Venendo ei dunque a gran passo dinanzi