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362 dell’iliade di omero


960immortai dèa si giacque: non giá solo,
ch’erano due con lui d’Antenor figli,
Archiloco e Acamante in pugne esperti.
     Que’ troiani, che Zélea al pié de l’Ida
possedean ricchi e del profondo Esepo
965bevean Tacque, seguir di Licaone
T inclita prole Pandaro, cui l’arco
dato in dono avea giá lo stesso Apollo.
     A color ch’Adrastéa tengono e Apeso
e Pitien e di ’feria il monte, Adrasto
970impera e insiem l’inusbergato Amfio,
tígli al Percofio Meropo, che tutti
oltrepassando in preveder, negava
la guerra a’figli suoi: ma gl’infelici
non ubbidir, che gli portava il fato.
     975Quei di Percòto e di Prattio e di Sesto
e Abido ed altresi de l’alma Arisbe
prence e duce Afio Irtacide seguirò:
Afio che avean da Arisba e dal Sedente
980fiumi eccelsi corsier portato ardenti.
Agli astati pelasgi, di Larissa
fertil partiti, sovrastava Ippotoo
e Pileo marzial germe: fu ad ambo
il Teutamide Litto genitore.
985De’traci, quanti n’ha l’impetuoso
Ellesponto Acamante, l’eroe Piro
avea cura, e de’ ciconi feroci
Eufemo cui ’l trezenio Geo fu padre.
Ma Pérecme i peoni archicurvati
990fin da Amidone e dal largo ha condotti
Assio che Tacque sopra il duol si limpido
diffonde. A’ paflagoni presedeva
eneti, ove di mule agresti è razza,
il vidi Pelimene e agli altri ancora
995che a Citòro e che a Sèsamo e che a Tacque
del Partenio lodati avean soggiorni