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canto secondo 361


925su l’alta tomba d’Efiéte antico
sedea speculator, cauto osservando
se dai legni movessero gli achei.
Al re in forma di questo Iri veloce
favellò: — Sempre, o vecchio, udir ti piace
930a lungo ragionar, come se in pace
fossimo. Guerra è inevi tabi 1 sorte;
molte io vidi battaglie, ma non mai
cotante schiere, né si fatte io vidi:
non son tante le foglie o pur l’arene.
935Passano il campo e per pugnar s’apprestano
a la cittade. Ettore, piú che ad altri
ciò che di far conviene a te dich’io:
in quest’ampia cittá molti in soccorso
venuti son di Priamo, e non per schiatta
940diversi sol, ma per linguaggi ancora.
Or fa che ognun da prenci suoi sia retto
e che i suoi cittadin guidi ogni duce. —
Si disse, e de la dèa compreso Ettorre
il favellar, sciolse il congresso e a l’armi
945si corse. Tutte allor s’aprir le porte
e d’ogni parte omai pedestri, equestri
sortendo schiere, alto facean tumulto.
     Nel pian ch’è innanzi a la cittá colonna
s’erge appartata, intorno a cui si corre
di parte e d’altra al premio. Batiéa
950dagli uomini vien detta, e dagli dii
di Mirinna agilissima il sepolcro.
Quivi allora i Troiani e i loro aiuti
distinti fur schierando. Era a’ Troiani
guida elmiornato il grand’Ettor Priamide,
955e con lui molte forti armate torme
pronte con Paste. A’ dardani il valente
figlio d’Anchise comandava Enea
cui Vener partorí d’Anchise, allora
che ne’ recessi idei con uom mortale