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canto secondo 355


esse irate accecaronlo ed il canto
710gli tolsero divino e fero in modo
che del citareggiar lo prese oblio: —
Nestore, il vecchio cavalier, fu duce.
E novanta seguir ben fatte navi.
     Quei che in Arcadia sotto l’alto monte
715Cillene aveano albergo, ove d’Epito
è la tomba e da presso uomin pugnanti,
che P’éneo ed Orcoméno agnifecondo
e Ripa e Strazia e la ventosa Enispe
e Tégea e Mantinéa gioconda e Stintalo
720e Parrasia pasceano, d’Anceo prole
reggeva Agapenòr: eran sessanta
le navi e molti sopra, in guerra esperti
arcadi ascesi; avea le acconcie navi,
atte a varcare il mar profondo, date
725lo stesso Atride re, poiché di loro
ne’ marini lavor nessun valea.
     D’Elide gli abitanti e di Bufrasio,
per quanto tien l’olemia pietra e Irmina,
Mirsino e Alisio ancor, quattro avean duci,
730e dieci ciaschedun rapide navi
da molti epei montate. Soprastavano
Talpio e Ansimaco, figli un di Cteate
l’altro d’Eurito Attorion, Diore
d’Amarincide, e ai quarti Polisseno
735del re d’Augea Agástene alta prole.
Quei di Dulichio e de P isole sacre
Echinadi contr’Elide oltre mare
conducea Mege che somiglia a Marte,
generato da Fileo a Giove caro,
740che per odio del padre a Dulchio venne.
Quaranta lo seguian navigli neri.
     Ma Ulisse i cefaleni di gran core
guidava, Itaca e Nèrito abitanti
selvoso e l’aspra Egilipa e Crocilea,