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352 dell’iliade di omero


ben costrutto castello, Eutresi e Cope
e la ferace di colombe Tisbe,
a que’ di Coronea, d’Arialto erbosa,
di Glissa, di Platea, del bencostrutto
605Ipotebe e altresi del consacrato
a Nettun bosco Onchesfo e a quei che Midia
teneano e Nissa la divina ed Arne
vitifera ed Antèdone al confine.
Cinquanta fiir le navi, ed in ciascuna
610venner cenventi di Beozia figli.
     Gli abitator d’Asplédone e d’Orcómeno
Miniéo da Ialméno eran guidati
e da Ascalafo, figli ambo di Marte,
cui ne la casa d’Attore d’Azeo
615Astioche partorí, vergin pudica
ne Calte stanze ascesa; ma il potente
Marte di furto venne e con lei giacque.
Trenta ebber questi ben ornate navi.
     Da Schedio retti e da Epistrofo, nati
620d’Ifito figlio di Naubolo ardito,
furo i focesi che Pito petrosa
e Ciparisso, Crissa, Panopéa,
Dauli, Anemòria, Iámpoli e i contorni
popolavano, e quelli che al Cefiso
625stettero ed a la fonte del Cefiso
Liléa. Quaranta gli seguivan navi.
     Chi de’ focesi situò le torme,
girando attorno de’ beozi posele
a la sinistra. Duce era a’ locresi
630il ratto Aiace d’Oileo, non grande
quant’era il Telamonio, ma minore
di molto; piccol era ed avea il petto
linarmato; ne l’asta i greci tutti
superava. Eran qui di Cino e Opunte
633gli abitanti e di Cálliaro e di Bessa,
Scarfa, l’amene Augée, Tarsa, Tronio