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poesie varie 307


XXV

     Amici, amici, è in tavola;
lasciate tante chiacchiere,
tutti i pensier sen vadano,
sen vadan via di qua.
Che il cielo sia sereno,
che sia di nubi pieno,
buon tempo qui sará.
     Quand’io mi trovo a tavola,
non cedo al re del Messico,
né mai pensier di debiti
allor mi viene in cor.
Segghiamo allegramente,
godiam tranquillamente,
ci pensi il creditor.
     Ch’arrabbin questi economi
c’han sempre il viso torbido;
per gli anni c’hanno a nascere
tesoro io non farò.
Ch’io serbi per dimani?
Follia! Che san gl’insani,
diman s’io vi sarò.
     Ma se a noi fan rimprovero
che siamo a mangiar dediti,
non mangi am senza bevere
ché non è sanitá.
Qua coppe, qua bicchieri,
vin bianchi, vini neri;
quest’è felicitá.
     Un tempo era il mio genio
languir per un bel ciglio;
error degli anni teneri,
pazzia di gioventú.