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poesie varie | 303 |
XXI
In villa.
Fra queste solitarie, erme foreste,
ov’altri ’l suolo, io ’l mio dolor coltivo,
che appar agli occhi miei torbido ’l rivo
e appaion l’erbe e l’ombre orride e meste!
Ben mi dice talora alcun che queste
son belle piagge e ch’io son troppo schivo;
ma non san essi, no, di qual sia privo
lume piú che terren, piú che celeste.
Quando ’l figura in questi tronchi amore,
allor si, dolce l’aure e lieto il prato
parmi ed oblio me stesso e ’l mio dolore.
Ma poco dura iJ mio conforto usato,
e quand’egli sen va, torna l’orrore:
o miserabil vita, o dubbio stato!
XXII
Alma del mondo è Amor. Questa gran mole
egli solo raggira, ei solo informa.
Come del mar ogni ruscello è prole,
cosi parte è di lui ciascuna forma.
Egli guida fra mostri in cielo il sole
ed il serra ne’ monti e lo trasforma;
ogni luogo ei riempie e come vuole
tutto move e ritien, distrugge e forma.
Ma come l’alma che in sé tutto uom copre
par nel capo e nel cor tutta riseggia,
perch’ivi pompa fa di sue grand’opre.
Cosi amor, benché in tutto esser si veggia,
ha però, perché in lor maggior si scopre,
ne’ vostri lumi e nel mio cor la reggia.