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298 poesie varie


XI

     Giacea ’l mio cor quasi in vil sonno avvolto,
a basse cure, a lievi oggetti intento
e ’l mio pensier, di cui vergogna or sento,
ergersi non sapea poco né molto.
    Quando nel petto per virtú d’un volto
Amore entrò con cento faci e cento
e con lui la speranza e l’ardimento,
e un bel desio d’onor fu dentro accolto.
     Tosto mi vidi allor con nobil frode
tutto cangiar, qual per innesto un fiore
di non sue foglie s’arrichisce e gode.
     Ed or l’ardire, che del cor valore
altri si crede e di che a lui dan lode,
diasi lode ad Amor ch’opra è d’Amore.

XII

     Chi mi vede soletto in viso smorto
passeggiar questo bosco a lento passo,
e come ad or ad or qual uomo assorto
m’arresto immobil si che sembro un sasso;
    e come spesso nel sentir piú torto
m’implico si che appena poi trapasso,
e come gli occhi ch’ognor pregni porto
alzo a le stelle e in terra ancor gli abbasso;
     — O quanti (dice) ha in sen crudi martiri
quell’infelice, e quanti affanni rei!
Non par talor che l’alma esali e spiri? —
     Folli, non san qual arte abbia colei
di rapir sensi e d’addolcir sospiri.
Non vaglion le altrui gioie i pianti miei.