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poesie varie 297


Poesie amorose.


IX

     Queste mie rime, ov’io vostra beltate
vo dipingendo si che in ogni parte,
donna, se n’ode il suono, e queste carte
che sol parlan di voi, non dispregiate:
    che quando, al tempo in cui tarda è pietate,
verravvi in ira quel cristal che in parte
v’additerá vostre bellezze sparte
— ahi quanto può sovra di noi l’etate! —
     allor queste leggendo, i vostri affanni
come in speglio miglior temprar potrete,
ov’orma non sará dei vostri danni.
     Quivi qual foste giá, non qual sarete
con diletto mirando, in onta agli anni
vostre belle sembianze ancor vedrete.

X

     Guance per man d’Amor dipinte a rose,
labra in cui piú seren diventa il riso,
nere chiome, ove spesso il cor s’ascose,
bianca fronte, ove Amor sovente è assiso;
    mano leggiadra, in che ogni studio pose
per emular Natura il seno e ’l viso,
forma piú che mortai, celesti cose,
per cui lasciar l’uman confin m’è avviso;
     voce soave, onde fúr tanti e tanti
conquisti e vinti, ed obliando i guai,
credonsi l’ale aprir Palme tremanti,
     guardo gentil, due rai lucenti (o rai,
onde pende mia vita!): or dite, amanti,
s’altri con piú ragione arse giá mai.