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poesie varie | 285 |
IV
Nell’anno 1700,
poco prima della morte del re di Spagna.
Italia, Italia, e pur ancor ti miro
d’ogni pensier, d’ogni travaglio sciolta
in lento sonno avvolta.
Come non odi i colpi spessi, e come
di chi fabrica, o vii, le tue catene?
Non vedi quante destre omai s’apriro,
e con crudel desiro
stendonsi giá per afferrar tue chiome?
Ma forse tu, come a’ piú folli avviene,
pur nutrendo la spene,
ne la grandezza del tuo nome hai fede,
altera piú che il tuo poter non chiede.
Fors’anco negli amari giorni speri
servir solo di scena agli altrui mali;
ma come allor ch’eguali
d’ira e di forza ad investir si vanno
Austro e Aquilon sopra del mar pugnando
per l’impero de l’aria, i flutti alteri
campo ai venti guerrieri
ne van squarciati e ’n lor si volge il danno
de le contese altrui, così allor quando
morte e terror versando
verran tant’armi nel tuo seno esangue
d’altri sará la pugna e tuo Ila ’l sangue.
Mille contra di te nel tempo istesso
per mani opposte voleran saette
da fier desio dirette;