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poesie varie 275


2.

     O mortali desir, voi che per queste
basse contrade ognor l’ali movete,
deh se quell’alte vie veder poteste!
     Per esse oltra ’l pensar serene e liete
io movea ’l piede, rivolgendo meco
quai fóran queste gioie ancor segrete.
     Si volse il duce eterno e disse: — Io teco
si lento vegno, perché l’occhio appaghi
di cose che non son nel mondo cieco.
     Quei che miri talor spiriti vaghi
altre genti hanno in cura ed a me opporsi
sogliono spesso e di pugnar son vaghi. —
     Nel primo dubbio allor di nuovo i’ córsi,
onde richiesi lui: — Come dir puoi
che accade in queste piagge a pugna esporsi?
     Suonano questi nomi anco fra voi?
Ed ha si forti la discordia penne
che sospinge oltra il sole i voli suoi? —
     Ed egli a me: — Non leggesti qual venne
guerra nel ciel, quando su l’empio Eufrate
la dolente Giudea tanto sostenne?
     Contra ’l suo difensor che libertate
gridava innanzi al soglio eterno, uscio
il custode de’ Persi e per le usate
     strade cangiar albergo al sol vid’io,
pria che spiegasse il lieto annunzio l’ale
del buon servo a quetar l’alto desio.
     Molti entraro in arringo, e ardore eguale
sovente avvien che ’l nostro coro accenda.
Quanto ne devi mai, turba mortale!