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Oralto.   Narete, o lá fa tu che senza indugio

sia qui Licori ; io meco
condur la voglio.
Osmino. Elpina. O Dèi!
Narete.   Ahi, signor, che chiedesti!
A’ sommi dèi piacesse
che tua far si potesse.
Pur or quando giungesti,
o acerbo caso! io distemprava in pianto
i miseri occhi miei.
O sventurata figlia !
Mira; ecco quanto mi riman di lei.
Or alto. Questo è ’l suo velo.
Narete.   Insano impeto e cieco
occupò l’infelice,
che d’improviso ascesa
de l’alto scoglio in cima
dove nereggia il piú profondo flutto,
disperata lanciossi.
Accorremmo con strida,
ma oimé che sol la spoglia sua trovossi
galleggiar sovra Tonde:
mira com’ è stillante.
Osmino.   Al cupo fondo
nelle sue veste involta
la misera fu tratta.
Elpina.   O sfortunata!
Oralto.   O stolta!
Osmino.   Ad avvisarla io corro. (parte)
Or alto. Dunque adempiè costei con pazze voglie
la sua fiera minaccia? In cor di donna
tanto furor s’accoglie?
Perdo ninfa, ch’era una dèa,
e ’l suo prezzo, ch’era un tesor.
Vendicarmi,