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SCENA VIII

Elpina e detti.

El.PI.NA. Padre, nel tenebroso orrido speco

Licori è giá nascosa.
Io da prima v’entrai
tremante e paurosa
e lagrimava io giá, quando Licori
mi fe’ scoppiar in riso;
perché, seder credendo
sovra un macigno, in fresca onda che qu
chetamente zampilla
tutta s’immerse. Il velo suo rimira
quant’è ancor molle e come ancora stilla
Narete.   Etá felice, che in ogni tempo
a rallegrarsi le voglie ha pronte.


f



=100%|v=1|t=1|SCENA IX}}

Oralto, Morasto e detti.

Or ALTO. Morasto, io parto; il collegato Alconte

a lui ratto m’appella. Il mio ritorno
oltre al secondo o forse al terzo giorno
non tarderá. Tu veglia intanto e attento
l’isola custodisci; anzi tutt’altro
costor rimetti in ceppi.
Ma la ninfa dov’è, ch’io di condurmi
t’imposi?
Morasto.   In van, signore,
l’ho ricercata in ogni parte, in vano
ho trascorso piú volte
il bosco, il colle, il piano.